31 maggio 2006

MI piacerebbe

Mi piacerebbe veramente fare a pugni
col primo che passa e mi fissa senza una ragione
magari condurre un programma creativo alla televisione
Perché no, recitare in un film hard
Stare al CERN a studiare la fisica zen
Vorrei provarci fino in fondo a fare il pieno di voti
e sedermi per anni sulla mia poltrona
Sposarsi a Las Vegas con Giulietta che aspetta sul balcone a Verona
Sputtanar Fred Astaire con il tip-tap
Guadagnar la pagnotta con il piano bar
Smettere di pensare di smettere di fumare
Smettere di pensare di smettere di fumare
Come se niente fosse, come se non contasse
quel lungo cammino che mi porta di fronte allo specchio,
quel lungo cammino che mi porta di fronte allo specchio
al mattino
Mi piacerebbe veramente
stare in coda alla posta per più di tre ore e dopo reclamare
Ricever messaggi dall’aldilà con il cellulare
Poi dormire, svegliarsi, mangiare, dormire, svegliarsi
e guardare le stelle
Come sono belle, come sono belle
come se
Come se niente fosse, come se non contasse
quel lungo cammino che mi porta di fronte allo specchio,
quel lungo cammino che mi porta di fronte allo specchio
al mattino
smettere di invecchiare, smettere di ingrassare,
smettere di drogare le mosche e le zanzare,
smettere di inquinare, smettere di votare,
smettere di sudare in senso generale,
smettere di comprare, smettere di pagare,
smettere di passare una domenica bestiale,
smettere di ascoltare musica commerciale,
smettere di suonare, smettere di cantare.

Perturbazione - Mi piacerebbe

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29 maggio 2006

Ma perché dovrei fare una cosa cosí?

Scegliete la vita, scegliete un lavoro, scegliete una carriera, scegliete la famiglia, scegliete un maxitelevisore del cavolo, scegliete lavatrice, macchina, lettore cd e apriscatole elettrici. Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita; scegliete mutuo a interessi fissi, scegliete una prima casa, scegliete gli amici. Scegliete una moda casual e le valigie in tinta, scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con una stoffa del cavolo, scegliete il fai-da-te e il chiedetevi chi siete la domenica mattina. Scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz, mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare. Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio, ridotti a motivo di imbarazzo di stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi. Scegliete il futuro, scegliete la vita. Ma perché dovrei fare una cosa cosí?

23 maggio 2006

Solo l'introduzione

"I diritti dei rifugiati sono stati minacciati dall’applicazione di una nuova legge sull’immigrazione, dalla mancanza di una legislazione specifica per tutelare i richiedenti asilo e dall’intenzione manifestata dall’Italia di costruire in Libia centri di detenzione per migranti. Nel corso dell’anno, a dispetto del diritto internazionale sui rifugiati, più di 1.425 migranti sono stati espulsi verso la Libia. Sono state comminate condanne detentive con sospensione condizionale della pena nei confronti di funzionari pubblici e personale civile per aggressione e maltrattamenti razzisti avvenuti in un centro di detenzione per migranti. Sono proseguiti i processi a carico di agenti di polizia accusati di aggressione e altri reati compiuti nel 2001 durante manifestazioni svoltesi a Napoli e, in occasione del Summit G8, a Genova. L’Italia non ha adottato misure per risolvere il problema dell’impunità all’interno delle forze dell’ordine, quali la creazione di un organismo indipendente per le denunce contro la polizia, l’inserimento del reato di tortura nel codice penale e l’obbligo per gli agenti di indossare chiaramente un qualche segno di identificazione."

Questa è solo l'introduzione del rapporto annuale di AMNESTY INTERNATIONAL. Qui trovate il rapporto completo.




15 maggio 2006

L'informazione

Un itlaiano è stato aggredito da tre naziskin a Berlino

Risalto su tutti i giornali nazionali.

Tutti gli attacchi fascisti pre elettorali?
Avete letto qualcosa su repubblica? Sulla stampa o il corriere della sera?

www.ecn.org/antifa

12 maggio 2006

Giorgiana Masi

Il 12 maggio 1977, nell'anniversario della vittoria referendaria sul divorzio, i radicali decidono di tenere un sit-in in piazza Navona, nonostante l'assoluto divieto di manifestare in vigore a Roma dopo la morte, il 21 aprile, dell'agente Passamonti nel corso di scontri di piazza. Il movimento e i gruppi della nuova sinistra aderiscono all'iniziativa, per protestare contro il restringimento degli spazi di agibilità politica e il pesante clima repressivo, favorito dall'appoggio esterno del PCI al cosiddetto "governo delle astensioni", il monocolore democristiano guidato da Andreotti. Per far rispettare, a qualsiasi costo, il divieto, il Ministro dell'Interno Francesco Cossiga schiera migliaia di poliziotti e carabinieri in assetto di guerra, affiancati da agenti in borghese delle squadre speciali, in alcuni casi travestiti da "autonomi". Fin dal primo pomeriggio la tensione è molto alta. A quanti difendono il diritto di manifestare con brevi cortei e fortunose barricate, le forze di polizia rispondono sparando candelotti lacrimogeni e colpi di arma da fuoco. Anche numerosi fotografi, giornalisti, passanti e il deputato Mimmo Pinto sono picchiati e maltrattati. Con il passare delle ore la resistenza della piazza si fa più decisa, e vengono lanciate le prime molotov. Mentre nelle strade sono in corso gli scontri, i parlamentari radicali protestano alla Camera contro le aggressioni e le violenze della polizia, fra gli insulti di quasi tutte le forze politiche. Mancano pochi minuti alle 20 quando, durante una carica, due ragazze sono raggiunte da proiettili sparati da Ponte Garibaldi, dove erano attestati poliziotti e carabinieri. Elena Ascione rimane ferita a una gamba. Giorgiana Masi, 19 anni, studentessa del liceo Pasteur, viene centrata alla schiena. Muore durante il trasporto in ospedale.
Le chiare responsabilità emerse a carico di polizia, questore, Ministro dell'Interno, porteranno il governo a intessere una fitta trama di omertà e menzogne. Cossiga, dopo aver elogiato il 13 maggio in Parlamento "il grande senso di prudenza e moderazione" delle forze dell'ordine, modificherà più volte la propria versione dei fatti. Costretto dall'evidenza ad ammettere la presenza delle squadre speciali - tra gli uomini in borghese armati furono riconosciuti il commissario Gianni Carnevale e l'agente della squadra mobile Giovanni Santone - continuerà però a negare che la polizia abbia sparato, pur se smentito da vari testimoni e dalle inequivocabili immagini di foto e filmati. L'inchiesta per l'omicidio si concluse nel 1981 con una sentenza di archiviazione del giudice istruttore Claudio D'Angelo "per essere rimasti ignoti i responsabili del reato". Successive indagini hanno tentato, senza risultati significativi, di individuare gli autori dello sparo mortale in un "autonomo" deceduto da tempo, oppure nel latitante Andrea Ghira, uno dei tre fascisti condannati per il massacro del Circeo.



La polizia dello stato italiano

ci garantisce la tranquillità

che sempre l'ordine sia rispettato

che si lavori in serenità

10 maggio 2006

Che vita....

LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPALAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA LAVORA CONSUMA CREPA

08 maggio 2006

Fatta la legge trovato l'inganno


La legge fini sulle droghe Fini dice che se passi un cannone sei uno spacciatore....

04 maggio 2006

Franco Serantini



Franco Serantini (il suo nome di battesimo era Francesco) nasce il 16 luglio 1951 a Cagliari. Abbandonato al orfanotrofio vi rimane fino all’età di due anni quando viene adottato da una coppia senza figli. Dopo la morte della madre adottiva viene affidato ai “nonni materni”, con i quali vive, a Campobello di Licata in Sicilia, fino al compimento del nono anno di età, poi viene nuovamente trasferito in un istituto di assistenza a Cagliari. Nel 1968 viene trasferito dall’istituto di Cagliari in quello per l’osservazione dei minori di Firenze e da qui – pur senza la minima ragione di ordine penale – destinato al riformatorio di Pisa “Pietro Thouar” in regime di semilibertà (deve mangiare e dormire in istituto). A Pisa, dopo aver conseguito la licenza media alla scuola statale Fibonacci, frequenta la scuola di contabilità aziendale.

Le conoscenze che acquisisce ed i nuovi rapporti che allaccia lo portano a guardare il mondo con occhi diversi e ad avvicinarsi all’ambiente politico della sinistra: frequenta le sedi delle Federazioni giovanili comunista e socialista, passa da Lotta Continua per approdare, tra la fine del 1970 e l’inizio del 1971, al gruppo anarchico “Giuseppe Pinelli” che ha la sede presso la Federazione Anarchica Pisana (aderente ai G.I.A.) in via S. Martino al numero civico 48. Insieme a tanti altri compagni si impegna in tutte le iniziative sociali di quegli anni, come l’esperienza del “Mercato rosso” nel quartiere popolare del CEP, in molte azioni antifasciste, nella campagna di controinformazione sulla strage di Piazza Fontana e l’assassinio di Giuseppe Pinelli. Partecipa con passione all’acceso dibattito che la candidatura di protesta alle elezioni politiche di Pietro Valpreda ha innescato nel movimento anarchico.

Il 5 maggio 1972 prende parte, come altri compagni anarchici, al presidio antifascista indetto da Lotta Continua a Pisa contro il comizio dell’onorevole Giuseppe Niccolai del Movimento Sociale Italiano. Il presidio viene duramente attaccato dalla polizia; durante una delle innumerevoli cariche Franco viene circondato da un gruppo di celerini del Secondo e del Terzo plotone della Terza compagnia del I Raggruppamento celere di Roma, sul lungarno Gambacorti, e pestato a sangue. Successivamente viene trasferito prima in una caserma di polizia e poi al carcere Don Bosco, dove, il giorno dopo, viene sottoposto ad un interrogatorio, durante il quale manifesta uno stato di malessere generale che il Giudice, le guardie carcerarie ed il medico non giudicano “serio”. Dopo quasi due giorni di agonia, Serantini viene trovato in coma nella sua cella, trasportato al pronto soccorso del carcere muore alle 9,45 del 7 maggio.

Il pomeriggio dello stesso giorno le autorità del carcere cercano di ottenere tempestivamente dal Comune l’autorizzazione al trasporto e al seppellimento del cadavere. L’ufficio del Comune si rifiuta di concedere il benestare alla tumulazione, mentre la notizia della morte di Serantini rimbalza in tutta la città. Luciano Della Mea, antifascista e militante storico della sinistra pisana, decide insieme all’avvocato Massei di costituirsi parte civile. Il giorno dopo ha luogo l’autopsia. L’avvocato Giovanni Sorbi, che aveva voluto assistervi, così ricorderà la triste circostanza: “È stato un trauma assistere all’autopsia, veder sezionare quel ragazzo che conoscevo. Un corpo massacrato, al torace, alle spalle, al capo, alle braccia. Tutto imbevuto di sangue. Non c’era neppure una piccola superficie intoccata. Ho passato una lunga notte di incubi”. I funerali di Serantini si tengono il 9 maggio 1972 e vedono una grande partecipazione popolare.

Al cimitero, Cafiero Ciuti, un anziano militante anarchico antifascista della prima ora, pronuncia l’ultimo discorso di commiato. In quei giorni, con il diffondersi della notizia, in molte città d’Italia si tengono manifestazioni. Il 13 maggio a Pisa Lotta Continua ne indice una che vede una grande partecipazione di folla; al termine del corteo, in piazza S. Silvestro, dopo un comizio di Gianni Landi per gli anarchici e di Adriano Sofri per Lotta Continua, viene apposta all’ingresso del palazzo Tohuar una lapide in ricordo. Le manifestazioni e le iniziative per ricordare Serantini travalicano i confini regionali: nel 1979 a Torino gli viene dedicata una scuola media; nel 1979 a Pisa nasce la biblioteca omonima e nel 1982 in piazza S. Silvestro, ribattezzata nel frattempo dalla gente “piazza Serantini”, viene inaugurato un monumento donato dai cavatori di Carrara.

Le indagini per scoprire i “responsabili” della morte di Serantini affogano nella burocrazia giudiziaria italiana e nei “non ricordo” degli ufficiali di PS presenti al fatto. I sessanta uomini del Secondo e del Terzo plotone della Terza compagnia del I Raggruppamento celere di Roma che sono i protagonisti della vicenda scompaiono nelle nebbie delle stanze della magistratura. Ma la vicenda di Serantini rimane all’attenzione dell’opinione pubblica grazie alla campagna stampa dei giornali anarchici (A rivista anarchica, L’Internazionale e Umanità Nova), di Lotta Continua, di quelli democratici e di movimento, e all’attività dei comitati “Giustizia per Franco Serantini”. Alla fine di marzo del 1977 il dottor Mammoli, il medico del carcere che aveva visitato Serantini, viene ferito alle gambe da mani ignote
. Un volantino a nome di Azione Rivoluzionaria rivendicherà l’attentato.


Sulla vicenda Serantini esiste un libro:
Corrado Stajano
IL SOVVERSIVO
Giuliano Einaudi Editore

Inoltre esiste anche un bellissimo video:
S'ERA TUTTI SOVVERSIVI
(dedicato a Franco Serantini)
regia di Giacomo Verde

che puo essere scaricato da qui

02 maggio 2006

Un altro attacco di utopia

voglio restare tutto il giorno nella vasca
con l’acqua calda che mi coccola la testa
un piede fuori che s’infreddolisce appena,
uscire solo quando è pronta già la cena

mangiare e bere sempre e solo a dismisura
senza dover cambiare buco alla cintura

e poi domani non andrò neanche al lavoro,
neanche avvertirò perché il silenzio è d’oro

tornerò con gli amici davanti scuola,
ma senza entrare, solo fuori a far la ola

non ci saranno ripetenti punto e basta,
staremo tutti insieme nella stessa vasca

così grande che ormai è una piscina,
staremo a mollo dalla sera alla mattina

così che adesso è troppo piena e non si può più stare,
è meglio trasferirci tutti quanti al mare

quando fa buio accenderemo un grande fuoco,
attaccheremo un maxi schermo e un grande gioco

e dopo inseguimenti vari e varie lotte
faremo tutti un grande bagno a mezzanotte

mi bagno, mi tuffo, mi giro e mi rilasso,
mi bagno, m’asciugo e inizia qui lo spasso

e mi ribagno, mi rituffo, mi rigiro e mi rilasso,
mi ribagno mi riasciugo e ricomincia qui lo spasso

saremo piu di cento, quasi centoventi,
amici conoscenti e anche i parenti

con il cocomero e la cocacola fresca,
con le chitarre a dirci che non è francesca

aspetteremo le prime luci del mattino;
festeggeremo con cornetti e cappuccino

e quando stanchi dormiremo sulla sabbia,
le nostre camere scolpite nella nebbia

ma dormiremo poche ore quanto basta
per poi svegliarci e rituffarci nella vasca

mi bagno, mi tuffo, mi giro e mi rilasso,
mi bagno, m’asciugo e inizia qui lo spasso
e mi ribagno, mi rituffo, mi rigiro e mi rilasso,
mi ribagno mi riasciugo e ricomincia qui lo spasso

voglio restare tutto il giorno in una vasca
con le mie cose più tranquille nella testa

un piede fuori come fosse una bandiera,
uscire solo quando fuori è primavera

ma spero solo questa mia fantasia
non sia soltanto un altro attacco d utopia

perché per questo non c’è ancora medicina
che mi trasformi la mia vasca in piscina
e tantomeno trasformare tutto in mare,
però qualcuno lo dovrebbe inventare

mi bagno, mi tuffo, mi giro e mi rilasso,
mi bagno, m’asciugo e inizia qui lo spasso

e mi ribagno, mi rituffo, mi rigiro e mi rilasso,
mi ribagno mi riasciugo e ricomincia qui lo spasso

Alex Britti - La Vasca